Operazione alla caviglia: i successivi mesi

Operazione alla caviglia: i successivi mesi

Ci sono cose piú gravi e importanti di una operazione alla caviglia, soprattutto di questi tempi.

Ma, sicuramente per chi pratica corsa o trail-running, quando ci si trova di fronte ad un’operazione ai piedi o agli arti inferiori, emergono tanti dubbi e domande sia in merito all’operazione che al successivo recupero.

Non ho idea a chi possa interessare quanto vado a scrivere, ma magari qualcuno trova qualche utile spunto, essendo io uno sportivo amatoriale e quindi rappresentando in qualche modo la massa.

Faccio sport sin da quando avevo 6 anni ed ho sempre usato le gambe e piedi negli sport praticati: judo, mountain-bike, calcio, calcetto, arrampicata, alpinismo di base, corsa, trail-running, ultra trail-running.

Inoltre, prima del 2022, non mi ero mai operato e non mi ero mai fermato per piú di una settimana, dato che lo sport é parte quotidiana della mia vita.

Quest’anno mi sono dovuto fermare per diverse settimane, a seguito dell’operazione al legamento esterno della caviglia destra.

La mia riflessione si compone di tre parti: una prima parte fatta di alcune doverose premesse, una seconda parte fatta di alcune doverose raccomandazioni e poi una terza parte in cui dettaglio gli ultimi tre mesi.

PREMESSE ALL’OPERAZIONE

La prima premessa é che ho una instabilitá cronica alle caviglie, frutto di distorsioni trascurate negli anni (da metá anni 90 fino a circa 2010), mentre praticavo principalmente calcio.

La seconda premessa é che questa instabilitá si é accentuata quando ho iniziato a praticare trail-running e ultra trail-running, nonostante abbia periodicamente eseguito trattamenti specifici ed adeguati di fisoterapia. Un ulteriore spartiacque é stata la rottura del legamento astragalico anteriore alla caviglia sinistra a fine giugno 2015 (cosa che non mi impedí comunque di partecipare e terminare al TDS due mesi dopo, UTMB-TDS 2015 Da un’alba all’altra | EmigranTrailer).

La terza premessa é che nonostante queste problematiche, ho sempre gestito cosa potevo fare in base alla mia condizione fisica. Quindi, pur avendo avuto circa una ventina di distorsioni gravi negli ultimi 7/8 anni, ho continuato a fare allenamenti e gare (piú di un centinaio solo di trail-running, My Trail Running Experience | EmigranTrailer) su terreni sconnesi e su svariate distanze, incluse quelle sopra i 100 km. Sicuramente ho penalizzato la parte di performance (non potendo mai andare veloce quanto desiderassi e potessi), ma ne ho sempre giovato in termini di stato fisico, mentale e resiliente. È un approccio sicuramente discutibile. Ma non rimpiango nessuna delle scelte fatte.

La quarta premessa é che l’autunno del 2021 mi ha messo di fronte a “montagne” molto difficili da scalare a livello mentale. Sono state settimane in cui non avevo piú la voglia e la giusta concentrazione per praticare lo sport ma soprattutto il trail-running. Questa mancanza di concentrazione e di voglia, mi ha portato a correre in modo distratto: il corpo era sui sentieri, la testa e il cuore da altre parti. E questo non é mai un buon segno. Ed infatti all’ultima gara ad Ibiza (3 DIAS TRAIL IBIZA 2021 | 26, 27 E 28 NOV | CARRIERA DI PUNTEGGIO UTMB | PIÙ DI UNA MARATONA) ho danneggiato i legamenti esterni di entrambe le caviglie, prendendo brutte storte a distanza di 3 km l’una dall’altra. E quindi da allora ho deciso di prendermi una pausa. E di investire il tempo in altre cose, tra cui fare questa operazione alla caviglia.

L’ultima premessa é che sono stato operato il 19 Gennaio 2022 al legamento esterno della caviglia destra. Mi hanno inserito un fermo, una clip in titanio ancora al tessuto muscolare, per rendere piú solido il legamento danneggiato. Insomma, non é un intervento risolutivo ma é un intervento contenitivo. Ed in teoria, dovrei fare la stessa operazione alla caviglia sinistra, che a Novembre era messa peggio della destra e che é quella dove avevo rotto il legamento nel 2015, senza mai operarla. Su questo punto non ho ancora un accordo con il chirurgo perché voglio prima capire se e quanto la caviglia destra migliorerá nel 2022.

RACCOMANDAZIONI PRE E POST-OPERAZIONE

La prima raccomandazione che mi sento di fare é che quanto scrivo é puramente soggettivo. Non puó essere necessariamente esteso a tutti. Ognuno ha i suoi tempi, i suoi ritmi, i suoi problemi di vita, e cosí via. Quindi, se serve, prendete spunto, ma imparate ad auto-valutarvi e non a provare a ripetere pedessiquamente quello che fa qualcun altro.

La seconda raccomandazione é che, qualora vogliate operarvi, fatelo sempre per vostra ed esclusiva scelta, senza chiedere consigli o pareri ad amici e conoscenti, ma consultandovi solo con chi é specialista (tipo un chirurgo di ortopedia, magari proprio del piede o della caviglia). Personalmente, ho anche evitato troppi consulti, perché ero giá a conoscenza del problema ed avevo giá deciso da anni di operarmi. Aspettavo solo il momento che avrei deciso io. Inoltre, ho scelto con la consapevolezza di non sapere se sarei tornato a correre, e a correre come volevo. Ed é una informazione che tutt’ora non ho. Ma la vivo con estrema serenitá perché é frutto di una MIA scelta. E per fortuna, ho anche altri interessi nella vita. Insomma, imparate ad auto-responsabilizzarvi e non a dare colpe al destino, alla sfortuna e soprattutto ad altre persone.

La terza raccomandazione é che, qualora vogliate operarvi, fatelo in modo silenzioso, senza troppe chiacchierate o discussioni in merito, soprattutto tra amici e conoscenti. Vi confondono solo le idee. Personalmente non ho detto a nessuno della data dell’operazione (tranne a chi mi ha dovuto accompagnare in ospedale e poi a casa) e soprattutto non ho informato dell’operazione la gran parte di quelle persone che vive ogni santissima cosa della vita come una tragedia. Per me NON ERA una tragedia operarmi, non era una tragedia non correre per settimane o mesi, e non era assolutamente una tragedia starmene a fare altro nel frattempo. Purtroppo, in questi ultimi anni, tra Italia e Germania, ho conosciuto troppe persone che per vittimismo tendono a fare diventare una tragedia anche piccole cose quotidiane. Cazzo, godetevi la vita che offre tante opportunitá. E smettetela di voler succhiare continuamente energie da chi vuole vivere ogni giorno della vita con il sorriso e con positivitá. Non va mai confusa la gentilezza e disponibilitá, con la vostra “personale” valvola di sfogo: per quello ci sono psicologi, psichiatri, fisioterapisti, ortopedici, mental-coach (abbondano oramai!). Non buttate tutto sulle spalle di chi é gentile con voi. Non é corretto.  Scusate, ma era uno sfogo ed una precisazione doverosa: chi legge e mi vuol capire, capirá.

La quarta raccomandazione é per la post-operazione. Ignorate completamente quelle persone, conoscenti o amici, che vi scrivono “come stai?” “come va?” per poi iniziare dieci secondi dopo a parlarvi dei loro problemi, soprattutto fisici. Senza che voi glielo abbiate chiesto. Sono persone che hanno bisogno di sentirsi empatici con voi, pure se voi magari state obiettivamente e clinicamente peggio. Non sono realmente interessate al vostro stato di salute. Stesso discorso per chi vi da consigli, senza che voi glieli abbiate chiesti. Per abitudine, io do consigli se sono richiesti. Altrimenti non li do e non li voglio ricevere. Parto infatti dal presupposto che tutti siamo consapevoli e responsabili delle nostre scelte. E che gli unici titolati a darli siano esperti in materia (tipo il chirurgo di ortopedia).

Ultima raccomandazione, per la post operazione. Non ponetevi obiettivi a lunga distanza. Ma non trascurate il fatto di avere obiettivi. È FONDAMENTALE. Vi tiene in attivitá la testa, che é la parte piú importante in un periodo di fermo fisico. Io sono totalmente contrario a chi dice di non porsi obiettivi. É sbagliato. Ogni giorno mi ponevo piccoli obiettivi. Nei primi giorni erano cose del tipo: fare le scale con le stampelle, lavarsi senza cadere nella vasca e senza bagnarsi il tutore, leggere un libro, scrivere, studiare, lavorare. Nelle settimane successive erano: fare un km, fare due km, una cittá da visitare, bersi un bicchiere di vino in buona compagnia, andare al supermercato a fare spesa, e cosí via. Ma non mi sono mai focalizzato su obiettivi puramente sportivi. E soprattutto non ho mai “guardato” con invidia cosa facevano altri. Il mio unico riferimento era ME STESSO del giorno prima o di qualche ora prima.

POST OPERAZIONE – 1a SETTIMANA (19 Gennaio – 25 Gennaio)

Il protocollo medico prevedeva completa immobilitá della caviglia operata, indossando un tutore per 24 ore al giorno, senza mai rimuoverlo, neanche per lavare il piede o la gamba.

Ho rispettato il protocollo, restando tutta la settimana in casa, lavorando al PC, leggendo quattro libri (e ordinandone altri), sfogliando una rivista con i posti a visitare in Germania, chiacchierando in video-chiamata con pochi e fidati amici e familiari, e muovendomi sempre con le stampelle all’interno del piccolo appartamento.

Su una piccola rubrica, ho iniziato a scrivermi alcuni obiettivi giornalieri e per le settimane successive.

Dal punto di vista medico ho preso antidolorifici e mi facevo le classiche iniezioni per evitare rischio di trombosi, vista l’immobilitá dell’arto.

POST OPERAZIONE – 2a SETTIMANA (26 Gennaio – 1 Febbraio)

Ho iniziato a ridurre gli antidolorifici e ho iniziato a fare addominali da sdraiato (col piede sul divano) per riattivare un pó la parte superiore del corpo. In piú durante la giornata ho iniziato ad utilizzare un elettrostimolatore per riattivare i muscoli di varie parti del corpo, dalle gambe, alle braccia, fino ai pettorali e agli addominali.

Un paio di volte ho poi fatto su e giú con le stampelle sulle due rampe di scale per accedere al mio appartamento.

POST OPERAZIONE – 3a SETTIMANA (2 Febbraio – 8 Febbraio)

Ho smesso di prendere antidolorifici ed ho invece continuato con le punture anti-trombosi (tre volte al giorno).

Ho fatto due prime sedute di fisioterapia (20’), in cui abbiamo semplicemente lavorato sulla riattivazione fisiologica del piede.

Ho continuato ad usare con continuitá l’elettrostimolare e a fare addominali: circa 400 al giorno.

In accordo con l’ortopedico, ho fatto un test di 25’ sulla bici in casa, pedalando col tutore. Ma ho notato che non ero ancora pronto e ho deciso di psoticipare di una ulteriore settimana.

Ho iniziato a fare brevi passeggiate in cittá, sempre utilizzando le stampelle e mai poggiando il tutore a terra. Ovviamente fare anche un km era un bel successo. E quando ero stanco mi sedevo serenamente su una panchina o prendevo l’autobus per tornare a casa, dove mi aspettavano le due rampe di scale! È sottinteso che non monitoravo assolutamente i chilometri fatti, ma guardavo piú ai minuti che riuscivo ad incrementare prima di sentirmi stanco. In piú portavo sempre con me un libro da leggere.

Inoltre, per scelta, ho rifiutato che qualcuno facesse la spesa per me. Dovevo occuparmene da solo, semplicemente perché quello era un piccolo obiettivo da raggiungere che mi avrebbe dato ulteriore motivazione in questa fase di recupero.

POST OPERAZIONE – 4a SETTIMANA (9 Febbraio – 15 Febbraio)

Ho fatto due test di circa 30’ sulla bici in casa durante il fine settimana. Non ho sentito la fretta o il bisogno di aumentare in quanto stavo facendo tutto con estrema serenitá.

Ho continuato ad usare con continuitá l’elettrostimolatore e a fare addominali: circa 200 al giorno.

È stata anche la settimana dove ho iniziato a poggiare il tutore a terra per camminare.

Ho fatto un’altra seduta di fisioterapia, decisamente ancora molto leggera e blanda.

POST OPERAZIONE – 5a SETTIMANA (16 Febbraio – 22 Febbraio)

Durante il fine settimana ho fatto la mia prima lunga passeggiata (circa 2 ore), sempre con il tutore rigido, visitando Colonia.

Ho continuato a lavorare sugli addominali ed ho incrementato le mie passeggiate cittadine.

POST OPERAZIONE – 6a SETTIMANA (23 Febbraio – 1 Marzo)

In accordo con il chirurgo ho iniziato ad andare in palestra, soprattutto per fare bicicletta (senza usare il tutore rigido) e per un pó di esercizi di stretching e stabilitá, ma senza mettere il peso sulla caviglia.

Ho fatto altre due sedute di fisioterapia, in cui abbiamo lavorato sul movimento verticale della caviglia. Visto l’esito positivo, sempre in accordo col chirurgo, ho ripreso a guidare, utilizzando una cavigliera specifica mentre ero alla guida, ma continuando ad utilizzare il tutore rigido a casa o nelle passeggiate cittadine.

Infine, durante il weekend, ho fatto una passeggiata molto facile tra i boschi, sempre della durata di circa 2 ore.

POST OPERAZIONE – 7a SETTIMANA (2 Marzo – 8 Marzo)

Ho continuato ad andare in palestra, aumentando la frequenza dei giorni ma non la durata o la tipologia dei lavori in bicicletta (tra i 30’ e un’ora) e degli esercizi.

Durante il weekend, ho fatto un test guidando due ore da Wiesbaden a Kassel (e poi altre due ore al ritorno), non avendo particolari fastidi. Nel mezzo ho passeggiato per circa 3 ore e trenta nel parco montano di Kassel.

POST OPERAZIONE – 8a SETTIMANA (9 Marzo – 15 Marzo)

Settimana molto simile alla precedente in cui ho fatto bicicletta in palestra per un totale di circa 100 km in quattro sedute, una passeggiata di circa 3 ore su sentieri un pó piú sconnessi ed infine la prima uscita in MTB di circa 1 ora e trenta.

Per la MTB, la scelta é stata di pedalare con scarpe normali, senza attacco rigido, per ovviamente evitare problemi al movimento laterale della caviglia.

Ho mantenuto una seduta di fisioterapia settimanale, lavorando ancora sul movimento verticale della caviglia.

Per lavoro ho dovuto poi guidare circa 4 ore senza particolari problemi.

POST OPERAZIONE – 9a SETTIMANA (16 Marzo – 22 Marzo)

Tornato dalla trasferta di lavoro a Monaco, con altre 5 ore di guida senza problemi, mi sono concentrato su aumentare i chilometri in MTB, passando da 100 fino a 170 km.

Non ho fatto lavori in palestra, ma solo qualcuno leggero a casa.

Ho inserito anche una mattinata su una via ferrata molto facile per testare la caviglia in queste condizioni. È stata anche al prima giornata in cui sono tornato ad accumulare 1000 m di dislivello in un giorno.

Quotidianamente non ho usato piú il tutore rigido, ma solo la cavigliera.

Nella seduta di fisioterapia abbiamo iniziato anche a muovere lateralmente la caviglia.

POST OPERAZIONE – 10a SETTIMANA (23 Marzo – 29 Marzo)

Ho continuato con la MTB e con un chilometraggio intorno ai 180 km.

Ho saltato nuovamente la palestra, ma ho fatto due sedute un pó piú impegnative di fisioterapia, con lavori di stabilitá alla caviglia.

Nel fine settimana ho fatto brevi salite e discese su terreno sconnesso. Le salite le ho fatte usando i bastoncini e salendo di buon passo, solo camminando, senza correre. Le discese le ho fatte camminando molto lentamente.

Nonostante queste attenzioni, ad un certo punto la caviglia ha ceduto leggermente e si é piegata, causandomi non poco dolore.

Non sono andato nel panico e ho continuato la giornata in mountain bike e poi curando la caviglia in serata con ghiaccio. Al mattino dopo era giá tutto abbastanza in ordine ma ho fatto due giorni di assoluto riposo.

Ad inizio settimana ne ho parlato al chirurgo (non mi ha ammazzato!) che ha controllato che fosse tutto in ordine. MI ha addiritura dato l’ok per iniziare a correre su terreno facile (pista di atletica o strada) per pochi km, in modo graduale.

Nonostante questo, ho preferito io aspettare qualche ulteriore giorno.

POST OPERAZIONE – 11a SETTIMANA (30 Marzo – 5 Aprile)

Nei primi giorni ho fatto nuovamente mountain-bike e palestra.

Ho aspettato di essere in Valle d’Aosta nel weekend per fare il primo test di corsa: 10 km a 4’50’’/km.

Sono rimasto sorpreso del test dato che non correvo da diversi mesi. Ovviamente fiato e gambe l’hanno sentito tutto, ma la caviglia ha patito poco. Un pó di dolore c’é stato ovviamente.

Il giorno successivo ho fatto una uscita su sentieri di circa 2 ore, in modo molto blando ma comunque accumulando circa 700 m di dislivello positivo e negativo.

Ad inizio della successiva settimana ho voluto ripetere il test di corsa: 10 km a 4’57’’/km. In questo secondo test, la cosa che ho notato é stata un principio di tendinite appena ho provato a fare qualche centinaia di metri a ritmi piú familiari per me (tra 4’ e 4’30”/km).

Per cui ho deciso che mi sarei concentrato esclusivamente su rafforzare muscoli come quadricipiti e polpacci, lavorando sulla quantitá piuttosto che sulla qualitá della corsa o del trail-running.

Questa prima settimana in cui ho ripreso a correre é stata complessivamente di 38km e circa 1100 m di dislivello (tra corsa, trail-running e hiking).

POST OPERAZIONE – 12a SETTIMANA (6 Aprile – 12 Aprile)

Sulla base dell’esperienza dei giorni precedenti ho fatto esclusivamente passeggiate, escursioni e qualche corsa molto blanda.

Per la corsa non ho mai superato i 13 km come distanza massima e soprattutto non sono mai sceso sotto i 6’/km.

Per le escursioni ho fatto un giorno circa 18 km, utilizzando abbigliamento da trail-running e soprattutto i bastoncini.

Complessivamente ho collezionato 57 km e circa 3800m di dislivello (tra corsa, trail-running e hiking).

Non lo scrivo esplicitamente, ma in tutte queste settimane, lavoravo mediamente 9-11 ore al giorno. Quindi, tutta la parte sportiva é stata fatta in ritagli di tempo serali, durante la pausa pranzo e nei weekend.

POST OPERAZIONE – 13a SETTIMANA (13 Aprile – 19 Aprile)

Questa é stata invece una settimana di vacanza, e a parte collezionare piú di duemila km di guida Nord-Sud-Nord attraversando l’Italia, che si sentono sulla caviglia destra, avevo pianificato di dedicarla a un pó piú di trail-running e al chilometraggio.

E cosí é stato.

Complessivamente ho collezionato 80 km e circa 3600m di dislivello, a cui poi vanno aggiunti ulteriori 17 km e circa 1050 m di dislivello di mercoledí 20 Aprile.

CONCLUSIONI

Riassumendo in pochi punti:

  • ho aspettato circa 4 settimane dall’operazione per fare un primo test in bici in casa (con tutore rigido)
  • ho aspettato circa 5 settimane dall’operazione per fare una passeggiata (con tutore rigido)
  • ho aspettato circa 11 settimane dall’operazione per fare un primo test di corsa (con cavigliera)
  • non ho mai sentito il bisogno di forzare i tempi ed ho sempre “ascoltato” i segnali del corpo
  • non sono mai stato fermo mentalmente

Inoltre, la caviglia non é sicuramente ancora pronta per i chilometraggi, i ritmi e le altimetrie della primavera 2021. E sicuramente non é pronta per le discese tecniche, lunghe e ripide dei sentieri. Ci vorranno ancora molte settimane per capire se e quanto il percorso intrapreso porterá a risultati positivi. Sono altresí consapevole che prenderó altre storte ed infortuni: l’ho messo in conto.

Nelle prossime settimane continueró a lavorare per irrobustire la muscolatura sopra le caviglie, alternando magari sessioni in palestra, a sessioni in bici, a qualche escursione in verticale, e a qualche corsa in pista o su strada.

Ovviamente riprenderó a fare fisioterapia, combinando esercizi con elastici e tavoletta, a massaggi mirati ed esercizi a corpo libero.

Chiudo augurandomi che queste informazioni possano essere uno spunto utile a chi si dovesse trovare in una situazione simile.

Se ci sono domande specifiche, fatemele pure qui o sui vari canali social.

Andrea

Post in English language at the following link: Ankle surgery: the next months | EmigranTrailer

In questa sessione del mio sito trovate altri possibili spunti: Trail Running Tips | EmigranTrailer

Qui due esempi:

Do you pause your gps watch while trail-running?
Sport & Injuries: the 3 P Rule
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ANDREA DE FILIPPO

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